
I am a wine (& food & tourism) business consultant, working for wineries and their Associations & Consortia, Chambers of Commerce or public Agencies.
At the same time I am the Italian Country Manager of Wine Intelligence, London, developing research projects on the Italian market as well as for Italian wineries who want to get trustable and reliable insights on International wine markets and consumers.
I am a Wine&Tourism Marketin professor for Business Schools (MIB Trieste School of Management, where I manage the Wine Business Courses), Universities (since 2007 at the University of Nova Gorica, in Slovenia, where I lecture at the School of Viticolture and Enology) and other education institutes.
My professional areas of interest are:
Wine Marketing & Strategy
- Market and consumer behaviour analysis
- Branding, differentiation and identity
- Appellations (DOPs) strategy and promotion
- Wine&Food Communication & PR
- Wine&Food Tourism and cellar door sales
Egregio Sig .Penco, Le scrivo per due quesiti ai quali non trovo spiegazioni.
Il primo è perché in Inghilterra non esistono Loose wine shop o wine from the cask
,cioè rivendite di vino sfuso come in Spagna,Francia ,Italia ,Grecia etc.
La seconda sempre in UK,perché non usano le vinacce per fare distillati?
Ipotizzo motivi culturali o semplicemente di ordine legale fiscale e igienico(come per lo zucchero,sale,farine ,pasta etc vietate sfuse anche da noi) .
Grazie in anticipo e distinti saluti I.C.
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Nei mercati anglosassoni la vendita di vino e spiriti è estremamente regolamentata, servono licenze e, nel caso degli USA, il sistema è molto rigido (il c.d. “three-tier”, che deriva dall’epoca del proibizionismo).
Le rivendite di sfuso sono tipiche dei paesi produttori, un canale per arrivare direttamente al consumatore, spesso tagliando un anello della catena distributiva, accorciando la filiera (vedi rivendite di Cantine Sociali).
Nei paesi importatori, il vino non ha senso distribuirlo sfuso: si perde valore! Chi crea valore è chi importa e distribuisce. Si guadagna molto di più con il vino imbottigliato, soprattutto se si è proprietari del brand (ecco perchè Tesco, per fare un esempio, vende vino imbottigliato (altrove o localmente) a marchio proprio (anche di fantasia) e non distribuisce sfuso (almeno non mi risulta).
C’è inoltre un problema culturale: nei Paesi ove non è tradizione recarsi con la damigiana dal produttore o allo spaccio di una vineria, alla bottiglia viene associata la qualità.
Per quanto riguarda il mancato utilizzo delle vinacce per fare distillati il problema è la reperibilità della materia prima: non producendo vino (salvo una piccola produzione al sud) non ha senso importare vinacce. Meglio utilizzare prodotti reperibili localmente, tipo orzo.
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Gentile Pierpaolo
Sono molto interessato ai produttori italiani di vino in formato “quartino” saprebbe indicarmene qualcuno?
Cordiali Saluti
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A memoria mi viene in mente la linea “QB – Quanto Basta” del Gruppo Coltiva, dedicata al canale Horeca.
Alla London International Wine Fair, inoltre, avevo visto vari formati, fino al bicchiere “monodose” allo stand di Constellation Brands.
Saluti
Pierpaolo
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Gentile Pierpaolo, le scrivo per un dubbio a cui forse mi può aiutare. Devo comprare, a nome di un importatore nel Salvador 15 casse di vino, diviso tra rosso e bianco. Piano paino mi sto documentando su tutti i documenti da avere. Uno però mi ha scritto questo (quoto): “…il vino per essere esportato deve avere la d.o.c.(denominazione di origine controllata).” Ricordo aver visto vini italiani non DOC nei supermercati del Salvador. Sa dove posso trovare questa informazione?
La ringrazio per l’attenzione.
Cordiali Saluti,
I.P.
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Un po’ difficile.
Ha provato a rivolgersi alla Camera di Commercio?
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Non ancora, cmq proverò.
Grazie per ora,
I.P.
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Salve, uno studente laurendo presso l’ università di Agraria di Bologna in economia e marketing agro-industriale. Visto che tra un anno voglio fare il master in Wine Marketing a Bordeux o il master Vintage(so a livello base sia l’ inglese e il francese e sono appena entrato nel mondo di vino grazie all’ azienda della mia fidanzata) mi chiedevo quali tipo di esperienze sarebbe meglio fare.
Grazie di cuore a tutti quelli che vorranno rispondermi
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Buongiorno,
Mi chiamo Leonardo Carraro, mi sono laureato a dicembre in Viticoltura ed Enologia presso l’università di Bologna e ora mi trovo in Cile perchè ho vinto una borsa di studio per l’approfondimento della tesi all’estero, rientrerò in Italia ad agosto con il dubbio di continuare a studiare o no, Le chiedo se può consigliarmi qualcosa per continuare la mia foprmazione a livello di lauree specialistiche e/o master, possibilmente all’estero!
Grazie e arrivederci. Cordiali saluti.
Leonardo Carraro
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Per chi mi chiede consigli su Master… non posso che consigliare quelli ove sono coinvolto 😉
Sarebbe come chiedere all’oste se il vino è buono 🙂
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Buongiorno,
sono resp. marketing di Enofrigo e da qualche tempo stiamo pensando ad un nuovo concetto di prodotto per il vino.
Storicamente noi abbiamo sempre venduto cantinette refrigerate per l’esposizione del vino in sala, ma credo che questo concetto non sia applicabile all’estero dove Eurocave e la conservazione delle bottiglie sia un tema ormai assodato.
Considerato, poi, che i vini francesi e anche la distribuzione GDO ha più forza in quei mercati mi chiedo se anche noi dobbiamo portarti verso soluzioni di conservazione del vino ovviamente non più in sala, ma in cucina o in cantina.
E allora che fine farebbero gli investimenti fatti dall’aziende vinicole per il brand e le etichette?
Mi piacerebbe aprire un dibattito in materia o sapere cosa ne pensa.
grazie
Simone Catania
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Hello!
I will be travelling to Italy in November and would like to meet for talking about wine. If you have time, please let me know.
I will travel around Italy visiting wineries
Greetings.,
Max morales
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Egregio Sig .Penco,
Sono interessato alle aziende che producono vino in tetrapak, oltre alle note Ronco, Tavernello, Castellino e Maremonti, saprebbe indicarmene qualcuna.
Grazie, cordiali saluti
Marco Terracciano
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Conosco alcune esperienze all’estero, dal French Rabbit di Boisset (http://www.cheapfunwines.com/archives/wine-news/ecofriendly_wine_packaging_fre.php) ai Three Thieves (http://findarticles.com/p/articles/mi_m3488/is_8_86/ai_n14932877/).
Spero di essere stato d’aiuto.
Saluti
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Egr. Sig. Penco,
QR lab è una piattaforma per il marketing di prodotto basata sui QR Code, codici a bare bidimensionali che si leggono direttamente dal telefono cellulare e collegano ad una pagina internet. Stiamo avendo una serie di contatti con produttori ed enoteche per valutare l’opportunità di stampare questi codici sulle etichette delle bottiglie o di fornirlo come servizio direttamente in enoteca in modo da avere ben visibile tutta la scheda del vino, i suoi abbinamenti, l’uvaggio ecc. ecc.. Mi farebbe piacere conoscere la sua opinione in merito e se è al corrente di progetti similari all’estero.
Grazie
Mario Pucci
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Ne ho sentito parlare. L’idea di utilizzare codici a barre o microchip per comunicare è nata qualche anno fa. Prima c’era un problema di costi. Come sempre, la diffusione li abbatterebbe. Non mi stupirei se, ad adottarla, fossero prima le catene della GDO per promuovere il vino presente sullo scaffale, in abbinamento ad un totem con monitor e lettore.
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Buonasera Pierpaolo, oggi pomeriggio ho avuto il piacere di poter vedere il film documentario sulla storia della viticultura in FVG “Uomini e Vino” del 2010. Saprebbe indicarmi dove posso acquistare il DVD? Grazie anticipatamente! Marta
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Deve contattare il mio quasi omonimo Giampaolo Penco di Trieste. Provi a chiedere di lui a Videoest, ove lavora, trova i riferimenti online.
Saluti
Pierpaolo
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Buonasera Pierpaolo, volevo chiederle un consiglio gentilmente. Con alcuni soci abbiamo creato un’azienda vinicola con annesso agriturismo nella Maremma Toscana; il primo vino sarà pronto in primavera e, poichè gestirò l’intera azienda mi piacerebbe frequentare un corso (breve, di qualche giorno/settimana) relativo alla gestione di aziende vinicole con focus magari sul marketing all’estero e le opportunità di esportare un prodotto di nicchia in paesi interessati. Lei mi sa segnalare se e dove posso trovare questi corsi? In Italia, ma anche in California, Cile, Svizzera o nel resto del mondo, l’importante è che sia un’esperienza formativa seria. La ringrazio per la risposta. A presto
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Egregio Dr. Penco, la contatto su segnalazione del GIV : mi occupo di editoria professionale per la Maggioli Editore (www.maggioli.it) e vorrei proporle un’iniziativa editoriale. Se mi indicasse un suo recapito via email, potrei spiegarle i dettagli dell’operazione. Confidando in un suo riscontro, la saluto cordialmente. Federico Urbinati
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